Eckhart Tolle

Sulla crescita spirituale e sul “potere di adesso”

Le creazioni artistiche, gli sport, la danza, l’ insegnamento, il counseling – la maestria in un campo qualunque di attività, implica che la mente pensante non sia più coinvolta, o perlomeno che resti in secondo piano. Cominciano ad operare un potere e un’ intelligenza più grandi di voi, ma che in essenza siete voi. Il processo del prendere decisioni non esiste più; l’ azione giusta avviene spontaneamente e non siete più <voi> a farla. La maestria nella vita è l’ opposto del controllo. Vi siete allineati con una coscienza più grande. QUESTA agisce, parla, fa il lavoro.

La luce è troppo dolorosa per chi vuole rimanere nel buio.

Più è forte l’ego e più distanti siete dalla vostra vera natura.

Non potete veramente perdonare voi stessi o gli altri fintanto che traete il vostro senso del sé dal passato. Solo accedendo al potere di Adesso, che è il vostro potere, può esservi vero perdono… nulla di ciò che avete fatto o di ciò che vi è stato fatto potrebbe toccare minimamente l’essenza radiosa di ciò che siete.

Cercate di percepire il corpo interiore anche quando siete impegnati in attività quotidiane, specialmente nei rapporti umani o quando entrate in contatto con la natura.
L’infelicità acuta può essere un grande fattore di risveglio.

Essere consapevoli de vostro respiro vi costringe a stare nel momento presente, che è la chiave di tutte le trasformazioni interiori. Ogni volta che siete consapevoli del respiro, siete assolutamente presenti. Potete anche rendervi conto che non potete pensare e, allo stesso tempo, essere consapevoli del vostro respiro. Il respiro cosciente ferma la mente.

Io non posso dirti niente che in profondità dentro di te tu non sappia già.

La mia mente non può conoscere te, soltanto etichette, giudizi, fatti e opinioni riguardo te. Soltanto l’Essere conosce direttamente.

Un insegnamento spirituale serve a risparmiare tempo. Il messaggio fondamentale di un tale insegnamento è che non avete bisogno di più tempo, non avete bisogno di più sofferenza… Avete cercato nel tempo nuove sofferenze. E all’improvviso sentire “non avete più bisogno di questo” può essere per alcuni il momento della trasformazione.

Il miglior indicatore del vostro livello di consapevolezza è dato da come affrontate le situazioni minacciose della vita quotidiana… Potete utilizzare una situazione minacciosa per risvegliarvi, oppure potete lasciare che vi trascini in un sonno ancora più profondo.

Ciò che chiamo inconsapevolezza ordinaria è l’identificarsi con i propri processi di pensiero e le proprie emozioni, reazioni, desideri e avversioni. E’ lo stato normale della maggior parte della gente… Potete non rendervene conto perché fa parte della vita “normale”.

Quando si presenta una situazione ansiosa, come avviene sempre, abituatevi ad andare subito dentro di voi… Ogni ritardo farà nascere una reazione mentale – emozionale condizionata che vi sopraffarà.

Se nel vostro rapporto amoroso voi avete esperienza sia dell’amore sia del contrario dell’amore (attacco, violenza emotiva, ecc.) allora è probabile che scambiate per amore l’attaccamento dell’ego e la dipendenza.

Il vostro viaggio esteriore può essere composto da un milione di passi; il vostro viaggio interiore ne ha uno solo: il passo che compite in questo momento.

Direi che l’80/90 per cento del pensiero della maggior parte di voi sia non soltanto ripetitivo e inutile, ma per via della sua natura disfunzionale e spesso negativa sia anche in gran parte dannoso.

Bisogna capire in profondità che il momento presente è tutto ciò che avete.

Amore, gioia e pace non possono prosperare finché non vi liberate dal dominio della mente.

Anche quando il cielo è coperto, il sole non è scomparso. È ancora lì dall’altra parte delle nuvole.

Più cose imparate riguardo al funzionamento del corpo umano, più vi rendete conto di quanto vasta è l’intelligenza all’opera al suo interno e di quanto poco ne sappiamo.

La mente, per assicurarsi di avere il controllo, cerca in continuazione di nascondere il momento presente sotto il passato e il futuro.

Il dolore è inevitabile fintanto che ci si identifica con la mente.

Che cosa potrebbe essere più futile e più folle che opporsi alla vita stessa, che è adesso e sempre adesso?

Dovete sempre operare con il momento presente, non contro di esso. Fatene il vostro amico e alleato, non il vostro nemico.

Così si trasformerà miracolosamente l’intera vostra vita.

Rimani consapevole del tuo respiro più spesso che puoi, ogni volta che te ne ricordi.

Fai questo per un anno e ciò produrrà una trasformazione più potente che non la partecipazione a tanti corsi.

E non costa niente.

Le persone tendono ad essere a disagio con ciò che finisce, perché ogni fine è una piccola morte. Ecco perché in molte lingue la parola usata per accomiatarsi significa «ci rivedremo». Arrivederci.

Ogni volta che un’esperienza giunge alla fine – una riunione di amici, una vacanza, i vostri figli che vanno via di casa – voi morite di una piccola morte. Una forma, come quell’esperienza che è apparsa alla vostra coscienza, si dissolve. Spesso, questo lascia dietro di sé un sentimento di vuoto che la maggior parte delle persone fa di tutto per non sentire, per non affrontare.

Se potete imparare ad accettare e perfino a dare il benvenuto alle cose della vostra vita che finiscono, potete scoprire che il sentimento di vuoto, con cui inizialmente vi sentivate a disagio, si trasforma in un senso di spaziosità interiore che è profondamente in pace.

Imparando in questo modo a morire quotidianamente, aprite voi stessi alla Vita.

Le persone tendono ad essere a disagio con ciò che finisce, perché ogni fine è una piccola morte. Ecco perché in molte lingue la parola usata per accomiatarsi significa «ci rivedremo». Arrivederci.

La maggior parte delle persone sente che la propria identità, il loro senso del sé, è qualcosa di incredibilmente prezioso che non vogliono perdere. Ecco perché hanno così tanta paura della morte.

Sembra inimmaginabile e spaventoso che l’«Io» possa cessare di esistere. Ma voi confondete questo prezioso «Io» con il vostro nome, con la forma e con la storia che vi è associata. Quell’«Io» non è altro che una formazione temporanea nel campo della coscienza. Fintanto che quella forma-identità è tutto ciò che conoscete, non siete invece consapevoli che la preziosità è la vostra propria e più intima essenza, il vostro più intimo senso dell’Io sono, che è la coscienza in sé stessa. È l’Eterno in voi, e questa è la sola cosa che non potete perdere.

Ogni volta che vivete una profonda perdita, di qualsiasi cosa si tratti – di quello che possedete, di una relazione intima, della vostra reputazione, del lavoro o di funzioni fisiche – qualcosa dentro di voi muore. Vi sentite diminuiti nel vostro senso di chi siete. Vi può anche essere un certo disorientamento. «Senza questo … chi sono io?»

Quando questo accade, non negate o ignorate il dolore o la tristezza che sentite. Accettate che sia lì. State attenti alla vostra mente, che tenderà a costruire attorno a questa perdita una storia in cui a voi è assegnato il ruolo di vittima. Paura, rabbia, risentimento o autocommiserazione sono le emozioni che accompagnano quel ruolo. Allora diventate consapevoli di quello che c’è dietro, sia a queste emozioni, sia alla storia costruita dalla mente: c’è quel buco, quello spazio vuoto. Potete guardare in faccia ed accettare questo strano senso di vuoto? Se lo fate, potete scoprire che non è più un luogo pauroso. Potete essere sorpresi scoprendo la pace che emana da quel luogo.

Ogni volta che accade la morte, ogni volta che una forma di vita si dissolve, Dio, il senza forma e il non manifestato, splende dall’apertura lasciata dalla forma che si è dissolta. Ecco perché la cosa più sacra della vita è la morte. Ecco perché la pace di Dio può giungere a voi attraverso la contemplazione e l’accettazione della morte.

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